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  • Immagine del redattoreAndreas Perugini

Io no, capitano!

Aggiornamento: 14 feb

16 febbraio h 20:30 al Videodrome



IO NO, CAPITANO!

(30', 2023)


Regia di Michelangelo Severgnini che sarà presente in sala.

In co-produzione con Byoblu. 

Con il sostegno dell'associazione Sandalia.


Dopo l'Urlo, record di pubblico, torna a Bolzano il regista più scomodo, detestato e censurato del 2023.

Lo fa con questo documentario girato in risposta al famoso film candidato agli Oscar di matteo Garrone.


Sinossi:

La percezione del fenomeno migratorio in Europa, specialmente dall'Africa, è che un intero continente sia pronto a rischiare la vita per trasferirsi in Europa.

Questa convinzione, ottenuta attraverso il bombardamento dei media, è grottescamente falsa.

Non solo l'Africa è un continente ricco che, proprio in questa fase storica, sta rompendo i legami decennali del neo-colonialismo europeo, ma la migrazione irregolare è ormai percepita come una piaga sociale.

Sempre più chi lascia il proprio Paese in modo irregolare non lo fa per necessità o per libera scelta, ma in seguito a una truffa, messa in atto da reti criminali internazionali a danno di giovani ragazzini, spesso minorenni.

Il film "Io capitano" di Matteo Garrone va proprio in questa direzione, quella di indurci a credere che l'Europa per gli Africani valga il prezzo della propria vita.

Non è così. Questa non è che la giustificazione consolatoria dell'oppressore che compatisce il proprio oppresso.

La verità dice al contrario che l'Africa sta lottando perché i propri figli non cadano nella trappola dei trafficanti di esseri umani.

Per questo "Io no, capitano!" è la risposta a questo ennesimo trucco narrativo del cinema italiano ed occidentale.

"Io no, capitano!" è un documentario che raccoglie il punto di vista dei Senegalesi in Senegal, in particolare nelle periferie di Dakar dove origina la storia del film di Garrone. 

Una realtà ignorata in Italia dove la lotta alla migrazione irregolare viene condotta da associazioni di Senegalesi presenti in ogni quartiere, attraverso la sensibilizzazione dei ragazzini prime vittime dei raggiri dei trafficanti e attraverso la denuncia di questi trafficanti, appartenenti a reti criminali internazionali. 

Una lotta promessa e abdicata dal premier Meloni e l'unica che gli Africani ci chiedono di combattere insieme.

Nel documentario si alternano così le voci di chi combatte la tratta in prima linea, come Yayi Bayam Diouf, fondatrice dell’associazione COFLE (Collettivo Femminile contro l'Emigrazione Clandestina), oppure Ousseynu Ndour, fondatore dell’associazione JED (Gioventù e Sviluppo), oppure Baye Ndioro Sene, fondatore dell’associazione AMAG (Associazione Migranti di Ritorno E Aspiranti di Guinaw). Ci saranno alcune testimonianze di agricoltori del Senegal della regione di Saloum “la più toccata dall’immigrazione clandestina”. Ed infine il contributo di due celebri cantanti della scena rap senegalese, Bour Saloum e Diwane G. Leuz, che si battono nelle loro canzoni perché i giovani restino in Senegal a lottare per un futuro migliore, oggi più che mai, a pochi mesi dalle elezioni previste per il febbraio 2024 che potrebbero cambiare faccia al Paese e sottrarlo al controllo francese.

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