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  • Immagine del redattoreAndreas Perugini

Uno spunto di riflessione: la cultura italiana conta ancora alle elezioni?

Aggiornamento: 19 ott 2023


In queste elezioni praticamente nessuno vi parla di cultura. Eppure il candidato di madrelingua Italiana del partito più votato dovrebbe diventare, quasi automaticamente, vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura italiana. Eppure la politica culturale di una minoranza, quale è quella italiana in Alto Adige, dovrebbe essere centrale nelle strategie politiche. E questo lo sanno molto bene nel mondo tedesco: una cultura forte rende forte la comunità. Noi pensiamo che la comunità italiana dell'Alto Adige è così debole anche perché la politica culturale italiana è debole. E la politica culturale è debole perché la vogliono così, perché si vuole una comunità italiana debole.

Da oltre trent'anni cambiano gli assessori (Cigolla, Tommasini, Vettorato), cambiano i partiti (Dc, Pd, Lega), ma il direttore di ripartizione nominato direttamente da Cigolla non cambia. Non è stato eletto, non ha vinto un concorso, ma rimane sempre lo stesso e funge da vero e proprio assessore ombra, tanto che possiamo tranquillamente dire che oggi l'assessore alla cultura italiana conta come il due di picche e mentre questo parla di valorizzare la cultura dal basso (cosa che noi condivideremmo) il suo direttore di ripartizione fa esattamente il contrario. La cosa ha naturalmente i connotati di una totale presa in giro dell'elettorato. Ma è molto più grave. Sì, perché in questi trenta anni abbiamo registrato un drastico calo delle associazioni culturali italiane e un attacco micidiale alle più grandi associazioni storiche altoatesine: Il Circolo Culturale W.Masetti, il Circolo La Comune e il nostro Cineforum Bolzano, come già sapete, tra gli altri.

Le associazioni storiche vengono attaccate e vengono sostituite a tavolino da cooperative di servizi create ad hoc (spesso con ex collaboratori esterni dell'assessorato stesso) che per statuto non hanno lo scopo di realizzare cultura, ma di pagare il meglio possibile i propri soci. Non sono soggetti consapevoli di avere dei diritti, ma sono soggetti che si rapportano con la Provincia come fanno sul mercato le società fornitrici con i loro clienti che devono assecondare il più possibile: il cliente ha sempre ragione! Tutto, poi, viene accentrato nel tentativo di costituire veri e propri monopoli per azzerare quanto più possibile il pluralismo garantito, invece, dalle associazioni di base.

Il modello degli anni '60-'80 di fare clientelismo sfruttando l'associazionismo viene abbandonato e realizzato in modo assai più efficace e proficuo all'insegna del mercato, salvo, naturalmente, eluderne le regole saltando il fastidioso passaggio delle gare d'appalto.

Il Circolo La Comune dopo oltre sette anni ha vinto il contenzioso con la Provincia. E la sentenza definitiva non disegna un bel quadro della gestione dell'Assessorato. Ma questo sembra non interessare minimamente i piani alti. L'Assessorato continua ad ignorare la sentenza e a penalizzare il circolo.

Lo scandalo della Capitale della Cultura? Tutto dimenticato, tutto insabbiato. Non è successo niente, anzi, un applauso! Promozioni per tutti!

In questi mesi ci sarebbero gli ingenti fondi del PNRR messi a disposizione da Bruxelles e da Roma. Siccome però non vengono gestiti direttamente dall'Assessorato, ecco che non solo non si supportano burocraticamente le associazioni per provare ad accedere a quei fondi, cosa che ci si aspetterebbe da un'amministrazione che si vanta essere efficiente e in prima linea in campo culturale, ma non se ne pubblicizza neppure l'esistenza. Ma dove vogliamo andare se continuiamo così!?


Ecco, il Cineforum Bolzano non vuole più assessori ombra che non rispondono ad un elettorato, ma a non si sa bene chi. Non vuole una cultura italiana gestita da cooperative di servizi al servizio dell'assessorato ed aliena ed ostile alla cultura di base, alla cultura dal basso che è il modello su cui si fonda la forte cultura della comunità di lingua tedesca. Siamo per la democrazia, la trasparenza e il pluralismo. Negli ultimi trenta anni democrazia, trasparenza e pluralismo sono totalmente venuti meno.


Con questo nostro intervento vogliamo riportare al centro del dibattito politico la questione della gestione culturale. Sappiamo che molti dei nostri oltre quattromila soci sono stanchi della politica o, addirittura, letteralmente schifati. Sappiamo bene che anche per loro il voto viene dato in minima parte pensando che l'attività delle associazioni culturali sia particolarmente importante.

Ecco, noi, nel nostro piccolo, vogliamo ricordarvi che la cultura dovrebbe essere più importante di quello che vi hanno fatto credere fino ad oggi e che la cultura italiana oggi proprio così non va. La maggior parte degli operatori culturali altoatesini la pensa esattamente come noi, ma sono pochi, anzi, pochissimi, quelli che hanno il coraggio di dirlo pubblicamente.

Questo vuole essere uno spunto di riflessione che forse nessuno prima aveva fatto sufficientemente presente.

Tra i tanti candidati vi segnaliamo nei vari partiti solo questi tre che, a nostro avviso, hanno dimostrato sul campo di avere un'altra visione della cultura rispetto all'attuale e di poter essere degni della nostra, ed auspichiamo, della vostra fiducia.


In ordine alfabetico si tratta di:

  1. Claudio Della Ratta (La Civica)

  2. Giuliana Dragogna (Team K)

  3. Andreas Perugini (Enzian)


  1. Claudio Della Ratta (La Civica), pur non essendo quello della cultura il suo campo d'azione principale è stato l'unico che negli anni ha capito la reale gravità di quanto accaduto agli amici del Circolo La Comune e che si è distinto azionandosi a livello comunale per fare tutto il possibile per parare i danni gravissimi cagionati al Circolo.

  2. Giuliana Dragogna (Team K) è l'avvocato del Circolo La Comune ed è grazie a lei che hanno vinto in Consiglio di Stato. Sa bene quanto male funziona oggi il sistema.

  3. Andreas Perugini (Enzian) è il nostro presidente e da anni si batte su questi temi pagando anche in prima persona!

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